Dopo un pò di suspense oggi vi dico com’è andata, lo volete sapere?!
Ebbene si, ce l’ho fatta e nei prossimi giorni vi racconterò come e a fare cosa.
Ho iniziato un passo alla volta seguendo il buon senso e, sbagliando sulla mia pelle, ma sempre senza darmi per vinta, continuando a cercare un’alternativa sempre più efficace ed efficiente per ottimizzare i risultati e non sperperare ciò che mi sarebbe poi servito per proseguire nel mio lungo progetto.
Fu così che mentre svolgevo il mio storico lavoro in agonia data soprattutto da uno stato di salute davvero precario, mi levavo dalla pelle ore di scuola e studio della lingua inglese, misto a libri, corsi, workshop e ritiri Yoga, viaggi ad hoc e tanta perseveranza.
Partii da studi del liceo, molti anni fa, da un’inglese scolastico e lasciato in un cassetto per passare a guardare telefilm in inglese sottotitolati in lingua e a capire e spiccicare qualcosa di comprensibile nel giro di un anno e fu così che presa la minima padronanza mista ad autostima necessarie, misi in valigia il coraggio e agii.
Grazie alla mia insegnate privata d’inglese a cui ho chiesto supporto per concretizzare il progetto per cui sono “Here and now!” a scrivervi, ho acquisito le basi per proseguire poi con lo step successivo e più impegnativo per realizzare un’altra parte dei miei sogni, sono finalmente andata a vivere e studiare Inglese e Yoga in Inghilterra per un mese come sognavo fin da ragazzina.
All’inizio tutto mi sembrava così strano e surreale, mi sentivo sulla luna dalla gioia per aver finalmente concretizzato un desiderio che avevo da sempre e, allo stesso tempo, sola come non mai.
È proprio così che mi sono sentita lungo tutto quel lungo, intenso e splendido mese a Leeds.
Questa solitudine torna spesso, un pò cercata e un pò no, ma sempre molto presente e ormai piacevole e necessaria compagna.
Ho avuto tanto tempo per osservarmi e ascoltarmi come non avevo mai fatto, ho pianto tanto e buttato fuori il più possibile per liberarmi di ciò che mi stava intossicando, ma non è bastato, ho anche saputo dire finalmente no, ho saputo arrangiarmi completamente da sola in un posto sconosciuto, ho saputo rapportarmi con persone mai viste prima, creare legami profondi e stabili; questo perché quando siamo aperti alla vulnerabilità esce la nostra parte migliore che le persone apprezzano e amano, vedono le nostre debolezze e la nostra forza così com’è e se ne innamorano come abbiamo fatto noi stessi nel momento in cui abbiamo deciso di esporci.
Non vi è cosa più bella che poter essere se stessi ed esser liberi di creare ed esprimersi per come si è, l’ho provato, lo sto facendo e non smetterò di farlo ora che ho ricordato come si fa.
Si passa un periodo in cui non ci si riconosce nemmeno, non si sa più chi siamo, perdiamo l’etichetta dove avevano scritto la nostra identità e dobbiamo lentamente e gentilmente osservarci per capire se applicarne un’altra oppure lasciare che tutto vada come deve andare e che la natura faccia il suo corso, senza imporre etichette e dare nomi, senza fissare regole e dare istruzioni d’uso, senza nulla che possa porre condizioni o condizionare, senza, punto, solo ed esclusivamente essere se stessi e non farsi andar bene ciò che non va come invece feci io fino a qui.
Amore compassionevole, resilienza, passione e disciplina mi hanno sempre accompagnata in questo viaggio e ora con presenza ed equanimità mi stanno accompagnando in quella che chiamo la mia “terza vita”.
La consapevolezza di sentirsi radicati ma allo stesso tempo proiettati verso il cielo oppure di poter scendere a nuotare liberi nell’oceano, la gioia di sapere di non sapere ma la consapevolezza di poter dare vita e nutrire con amore la spiritualità che vive dentro ognuno di noi, quella creatività che ci tiene nel flusso e ci ricorda che nulla accade per caso…
Namasté 🙏🏻
Chiara
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