“Ho paura di soffrire perciò evito tutto ciò che mi fa provare questa sensazione.”
Si evita per natura la sofferenza e la paura che si ha per essa è talmente forte da incitarci inconsciamente a sfuggirle anziché arrenderci ad essa. Una ruota che gira sul se stessa producendo un vortice che trascina verso il basso e sempre più a fondo.
Se la sofferenza però non si prova ad un certo punto avviene addirittura la situazione opposta, la ricerca inconscia della sofferenza. Quando proviamo gioia, pace e leggerezza spesso ci stupiamo e ci chiediamo perchè. Andiamo quindi a cercare qualcosa per cui struggerci e creare sofferenza in modo da tenerci impegnati nel cercare soluzioni e continuare incessantemente a provare sofferenza, perchè in fondo fa sentire vivi e pieni impegnarsi così se non si hanno sogni in cui riporre le proprie energie.
Cosa accade se ti arrendi alla sofferenza?
Nulla in realtà cambierà, nel senso che la sofferenza continuerà ad esistere e farà parte della vita di tutti noi ma, accettandola come parte della vita e consci del fatto che ogni volta ci darà uno stimolo per crescere, renderci più consapevoli, coscienti e capaci, accogliamola con naturalezza senza farci prendere da panico o ansia, con gratitudine per esser stati scelti. La qualità della nostra vita interiore invece cambierà repentinamente elevando di parecchio il nostro livello di pace e tranquillità.
Ciò che ci rende più forti della sofferenza è avere in noi le capacità e tutto ciò che ci occorre per affrontarla e superarla a testa alta, accorgerci di questo e farne buon uso. Anche nei momenti di sofferenza dedichiamoci tempo ed opportunità per vedere il bello della vita e vivere davvero. In questo momento della mia vita per esempio sto soffrendo per diverse situazioni che vivo in prima persona e che so stanno vivendo persone intorno a me per cui provo amore compassionevole, ma proprio per questo mi impegno a vivere e a dedicarmi momenti di gioia, amore e tranquillità.
Non mi sento in colpa per la capacità che sto pian piano acquisendo nel sapere gestire certi momenti difficili rispetto alle persone per cui provo compassione. Mi rispetto concedendomi ciò che mi fa stare bene e indirettamente ne beneficeranno anche loro. Ringrazio per ciò che ho, mi meraviglio e sorrido davanti al sole, al cielo stellato, alla luna, il mare, osservo e ascolto, imparo da ogni creazione della natura. Gioisco, mi sento protetta, sorretta, custodita, parte di questo tutto e in questa immensità lascio andare così ogni paura, sofferenza, disagio, dolore.
È meglio soffrire all’occasione o non provare mai dolore?
Sono giunta ad aver paura anch’io della sofferenza, tanto, tantissimo. I parametri sono definiti da me sulla base di com’ero prima che la vita mi mettesse alla prova rispetto ad ora che ho provato che significa soffrire tanto, non solo psicologicamente ed emotivamente ma anche fisicamente.
Alla sofferenza emotiva e psicologica ero già più che allenata da tutta la vita ma a quella fisica non avevo mai avuto occasione di dovermici allenare e, sinceramente, l’ho anche evitata il più possibile consciamente. Ci ha pensato il Karma.
Per chi non lo sa e non mi conosce così approfonditamente, ho avuto una vita affettivamente difficile fin dalla nascita avvenuta in una famiglia con grandi conflitti disfunzionali di ogni genere, materiali e non.
Questo mi ha portata a provare enormi e struggenti sofferenze, in ogni settore e per tutta la vita, tanto probabilmente da anestetizzarmi in qualche modo fino a quando, una volta deciso di abbattere i muri e provare a non iniettarmi più anestetici, un dolore ancora più grande e una sofferenza immensa mi hanno completamente travolta come uno tsunami facendo una strage psico-fisica talmente vasta e grande da non darmi modo di rimettermi in piedi e ripartire per anni. Da lì la mia paura della sofferenza divenne esageratamente enorme e tutto ciò che prima mi dava adrenalina e vita ora, mi fa paura.
Questa paura è parte di me e sicuramente la è sempre stata ma prima mi stava bene, anzi la cercavo quella sofferenza che crea la paura. Ora invece sta scemando con lei ogni cosa che ne concerne, dalla più banale voglia di ingerire un cibo poco sano alla semplice condivisione di tempo con persone non virtuose, alla grande sofferenza per la malattia o quella di inseguire un sogno per paura di non vederlo realizzato e sentirsi falliti.
Abbandonatevi alla paura, fa parte della quotidianità e ci saranno occasioni continue di trovarsi faccia a faccia con essa. Famigliarizzate con lei e conservate il meglio da questo rapporto mutuale.
Concludo con una delle mie frasi preferite e che insieme ad altre sono come mantra ormai per me: “Tutto, bello e brutto deve passare. Il momento più sofferto della mia vita è stato il più felice che abbia mai provato e sono piena di gratitudine.”
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