“La verità è che le parole non bastano, servono pratica e azione. Non si è mai pronti ad affrontare dolore e perdita ma non si ha altra scelta se si vuole continuare a vivere e ad onorare la vita, quella che da te mi è stata donata e che mi permette oggi di essere l’insegnante e la donna che sono, ma anche la tua bambina.”
Era la fine di gennaio quando venni a conoscenza della verità e fu allora che davvero dovetti affrontare me stessa e tutti quelli che sono gli insegnamenti appresi e tramandati fin ad ora sopratutto attraverso la disciplina Yoga, la vita nell’ashram e la condivisione della quotidianità con persone spiritualmente elevate che mi hanno sostenuta ed aiutata ad illuminare un momento che di luminoso aveva davvero poco. Ho saputo allora, all’improvviso, che mio padre era già ricoverato in condizioni gravissime e, secondo i medici, riabbracciarlo sarebbe stato un miracolo. Mi trovavo anche distante, inerme, triste, incredula e non sarei potuta andare ad abbracciarlo nemmeno rientrando a casa.
Viaggiavano alla velocità della luce nella mia mente mille interrogativi allora che piano piano, prendendo coscienza consapevolmente della situazione, iniziai a razionalizzare, attraversare ed accettare. Non avrei potuto far di meglio che restare nel pensiero positivo come feci, sia per lui che per me e la mia famiglia, in quel momento avevamo bisogno di energia, lucidità e presenza. Per fare azione a riguardo non è possibile avere una mente agitata, irrequieta e guidata dall’ansia. La mente vuole essere protagonista delle nostre vite, produce pensieri e pre-occupazioni, non le si dovrebbe permettere di disperdere inutilmente energie in essi così come in immaginazioni e paura, non si deve lottare con essa per non mettere in moto altre onde mentali.
Insegno la tranquillità mentale, vivere nel qui e ora, concentrare la mente, focalizzare, raggiungere la beatitudine interiore… metterlo in pratica su di sé non è sempre scorrevole come insegnarlo ma, nello tsunami che mi stava travolgendo, all’improvviso, ho trovato di nuovo motivo di crescita e sopratutto me stessa, la mia pace interiore. Essere in grado di mettere in pratica ciò che si consiglia di fare agli altri non è scontato e allo stesso tempo avere la forza per produrre energia positiva e curativa da mandare a chi ne ha bisogno tanto meno, richiede grande forza, concentrazione e determinazione. Sono stati quasi tre mesi infiniti e una grande lezione di vita, un’immensa soddisfazione per come sono riuscita ad affrontare e superare quel momento di shock e per come sto procedendo.
Il momento della verità, anche se non lo si vuole affrontare, prima o poi lo presenta la vita, magari più volte durante il tuo percorso in questo corpo fisico, ma, ciò che fa la differenza ogni volta, è come ci arrivi e sopratutto come lo affronti quel momento, con quale spirito e con quale salute psico-fisica. Non saremo mai perfetti per ogni situazione ed è per questo che lo stile di vita Yoga aiuta, perchè fa si che ciò che ci occorre venga da dentro di noi, dal cuore puro, dalla mente calma, dal corpo rilassato, flessibile, in salute e che grazie a questo ci si possa adattare sempre ad ogni situazione.
Ho di nuovo cambiato ogni programma come Mr. virus ci ha abituato a fare celermente e sono tornata a casa per riabbracciare finalmente mio padre, ancora non ci credo! Ebbene si! L’innominabile è giunto a far visita anche a casa mia e ha colpito in maniera quasi irreversibile lui, mio papà, apparentemente il più forte. É stato traumatico e claustrofobico, per me che sono consapevole della natura del corpo umano, del respiro, della sua potenza e importanza ma sopratutto per lui che è stato davvero forte e coraggioso nel combattere anche ogni sua paura.
Insegno alle persone una vita sana, Yoga, Meditazione, la buona respirazione e proprio mio padre è attaccato ad una macchina per respirare e quindi vivere, insegno la salute, il movimento del corpo e lui è malato e non può muoversi. Sembra la storia dell’idraulico che ha la perdita d’acqua in casa…un paradosso, ma è così! Non sempre possiamo proteggere le persone a cui teniamo da qualunque cosa ma possiamo fare del nostro meglio per indicare loro quale sia la strada migliore da percorrere per la loro salute.
Ora, come un bambino ma pazientemente, dovrà di nuovo esplorare se stesso. Sarò al suo fianco per aiutarlo ed indicargli la strada per ritornare a vivere una vita dignitosa e, se vorrà, so che può farlo.
Mentre mio padre si ammalava gravemente io nell’ashram ero circondata da ammalati, abbiamo avuto un caso e in pochi giorni il virus ha colpito quasi tutte le persone presenti, anche se in maniera molto lieve. Certo lo stile di vita Yoga che abbiamo scelto di condurre ci ha reso più forti e in grado di tenere il più possibile lontano, o subire in maniera meno prepotente, la potenza di questa cosa oscura che sta condannando il mondo.
La verità è che ho mille motivi per essere grata e felice ma, per come ho intitolato questo articolo “le parole non bastano”, perciò, passo ai fatti e corro ad abbracciare mio padre perchè fa bene e perché lo avevo salutato in maniera frettolosa prima di partire inconsapevole del fatto che avrei potuto non rivederlo più.
Ti consiglio di vivere veramente ogni istante come merita di essere vissuto fino in fondo.
Very nice words Chiara, big hug from you from soul to soul
Thank you Amba, I’m feeling your hug and my soul too and it means a lot.
Om and prem 🙏🏻🌷💝